Chi si tatua un fiore spesso lo sceglie per la bellezza, ma perché accontentarci di un bel fiore qualsiasi? Tutti i fiori simboleggiano le virtù dell’anima e ciascuno di essi ha un significato simbolico tutto suo, ricco di profondità, mistero e leggende..

Ibisco, bellezza che fugge

L’Hibisus è una pianta dai fiori delicati e coloratissimi che però hanno una durata molto breve, di solito un giorno. Perciò è il simbolo della bellezza fugace, come quella delle donne giovani e dell’avvenenza esteriore in genere. In Polinesia le ragazze usano adornarsi i capelli con fiori di ibisco; i ragazzi invece usano infilare un fiore sull’orecchio sinistro se sono liberi. L’ibisco è un soggetto tattoo privilegiato, vuoi per il fascino delle ragazze di Tahiti, vuoi per il trend polinesiano. Il fiore di ibisco si tatua in stile realistico e con colori molto accesi.


Campanula, fiore delle fate

Campanula è il nome scientifico, ma è conosciuta anche come campanella. La forma del fiore ricorda una piccola campana, da cui il nome. E’ uno dei più potenti fiori fatati: un prato pieno di campanule è un luogo estremamente pericoloso da attraversare, irto di sortilegi ed incanti, perché questi sono i fiori prediletti dalle fate. Secondo la tradizione crescono vicino all’ingresso del mondo magico e avrebbero il potere di rendere visibile l’invisibile. Inoltre le fate li usano come cappellini.

Girasole, anima felice

Detto anche Elianto da Helios, che significa sole. Poiché durante le ore della giornata gira la corolla volgendosi verso il sole, il girasole simboleggia beatitudine e riconoscenza verso l’astro che gli permette di vivere.
Nella mitologia greca si racconta di come una fanciulla di nome Clizia si fosse innamorata di Apollo, Dio del sole e non facesse altro che guardare rapita il suo carro volare in cielo. Clizia venne trasformata in un girasole.

Giglio, casto e fertile

Originario del Medio Oriente, il Lilium simboleggia innocenza, candore e castità. Per la sua capacità di riproduzione il giglio divenne il fiore consacrato ai culti femminili ed era sacro a grandi dee madri come Demetra, Era e Giunone. Ne”Antico testamento ha ispirato i simboli della bellezza e della fioritura spirituale, nel Nuovo Testamento è diventato il fiore sacro a un’altra grande madre, la Vergine Maria. Inoltre è simbolo dell’anima fedele i valori più profondi della vita.

Pervinca, dolce ricordo

Cresce spontaneamente in quasi tutta Europa, era particolarmente cara ai druidi che la usavano per delle pozioni.In alcuni paesi i fiori venivano sparsi davanti agli sposi come gesto benaugurante; in altri venivano incocciati i suoi rami da deporre sulle tombe come corona. Il valore simbolico del fiore è legato alla memoria e al desiderio di lasciare e conservare un dolce ricordo.

Margherita, fiore bambino

La margherita dei prati, detta anche Pratolina, si apre al mattino, riscaldata dal sole, per poi richiudersi al tramonto. E’ il fiore dei presagi d’amore: è usanza diffusa sfogliare una margherita ripetendo, in alternanza, “m’ama, non m’ama” a ogni petalo strappato. La frase pronunciata all’ultimo petalo è quella vera. I bambini di ogni generazione sono cresciuti giocando con le pratoline a formare ghirlande e mazzetti, cogliendole per la mamma. Proprio grazie ai bambini,il fiore è un emblema di purezza, candore e innocenza.

Crisantemo, fiore d’oro

Il nome Chrysanthemum vuol dire fiore d’oro. In Oriente ed alcuni paesi del nord, è simbolo di gioia, vitalità e pace; in Sicilia un tempo si credeva che teneva lontane le streghe e tenerne qualche fiore in casa era di buon auspicio. Fiore autunnale per eccellenza, da noi è conosciuto come fiore dei morti e perciò ha assunto connotati negativi e tristi. Il suo significato più profondo però rappresenta l’immortalità dell’anima, ecco perché si dona ai morti nel giorno a oro dedicato. Il crisantemo si è “riabilitato” grazie ai tatuaggi giapponesi, soggetto privilegiato in lavori ricchi di dettagli, grandi e splendidi.

Viola, voto d’amore

Questo piccolo fiore profumatissimo è l’emblema dell’amore, della morte e del sacrificio. Il suo colore, il viola, è simbolo di forza spirituale e ispirazione. La tradizione del colore viola collegato al lutto e alla Quaresima ha radici antiche e si ritrova nel mito greco di Attis, un giovane pastore che morì dissanguato in modo atroce dopo aver offeso la dea Cibele, a cui era consacrato. Le sue gocce di sangue sparse sulla terra divennero delle viole.

Peonia, nessun dolore
In antichità si credeva che guarisse dalla pazzia e da dolore. I miti greci narrano di come il dio Peone, venne tramutato in fiore, dopo aver liberato la dea Latona nei dolori del parto. In Cina e in Giappone questo fiore era dedicato agli imperatori, i soli che potevano coltivarlo e coglierlo. Con il crisantemo e il fiore di ciliegio, la peonia è un disegno classico del tatuaggio giapponese.